Un anno molto difficile per il settore della moda, fortemente influenzato dalla pandemia
Già nel primo trimestre 2020 è risultato evidente che l'abbigliamento e le calzature erano uno dei settori particolarmente colpiti dalla pandemia di coronavirus, e la primavera è stata costellata di fallimenti e ricostruzioni aziendali.
Nonostante l'impatto sostanziale sul retail fisico, i consumatori hanno continuato ad affollare l'e-commerce, con una crescita annuale del 16%. I rivenditori online puri hanno ovviamente registrato una forte crescita, ma il cambiamento del panorama della vendita al dettaglio ha anche incoraggiato i rivenditori affermati con negozi fisici a intensificare gli sforzi in termini di iniziative di e-commerce. Nel corso dell'anno, H&M ha scalato la classifica dei preferiti dai consumatori online e persino il grande magazzino NK, dopo oltre 100 anni di attività come puro department store, ha lanciato un'iniziativa di e-commerce durante l'autunno.
Allo stesso tempo, è importante sottolineare che la forte crescita dell'e-commerce non ha compensato completamente le perdite nei negozi fisici. I centri cittadini vuoti e i centri commerciali desolati hanno colpito duramente i negozi. Il momento particolarmente sfavorevole della seconda ondata del virus, a novembre, è stato un altro duro colpo per il sotto-settore già decimato, in quanto sia il Black Friday che il periodo dello shopping natalizio sono stati soggetti a restrizioni.
Con un anno difficile alle spalle, anche se con una buona crescita dell'e-commerce, guardiamo ora al futuro. Si prevede che il fashion retail continuerà a essere colpito dalla pandemia di coronavirus nel 2021, ma è probabile che la vendita al dettaglio in presenza riprenda quote di vendita quando il programma di vaccinazione acquisterà slancio, la pandemia inizierà a scemare e la gente ricomincerà a incontrarsi alle feste e ad altri eventi sociali.
Fonte: Rapporto annuale E-barometern 2020